Sensori solari premiati da Bruxelles

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By Federdat Gennaio 30, 2017 15:52 Updated

Sensori solari premiati da Bruxelles

Due assunzioni già concretizzate a gennaio, altri due ingressi previsti a breve. Numeri assoluti ridotti che tuttavia per la piccola Alitec rappresentano un incremento di organico del 40%. Solo un assaggio, tuttavia, perché se i piani dovessero essere rispettati, in soli tre anni i dipendenti diventerebbero 50.
Una svolta maturata a Bruxelles, che ha premiato il progetto presentato dall’azienda toscana con quasi 700mila euro a fondo perduto per sviluppare un sensore in grado di migliorare la performance degli impianti fotovoltaici.
«Il loro rendimento – spiega la co-fondatrice di Alitec Laura Botti – può migliorare anche di qualche punto percentuale. Il che, per le maxi-installazioni può cambiare la vita, riducendo i tempi di recupero dell’investimento e aumentando la quantità di energia prodotta in ciascun momento».
Una storia, quella di Alitec, iniziata nel 2006, con attività indirizzate al fotovoltaico ad alta concentrazione. Settore in cui l’azienda è stata in grado di sviluppare un sensore capace di “inseguire” il sole con una precisione di un decimo di grado. Progetto premiato dal bando italiano Industria 2015, con tempi però tipicamente italiani. «La vittoria è stata formalizzata nel 2009 – spiega la ricercatrice – ma i soldi sono arrivati solo sei anni dopo. Per fortuna abbiamo insistito per conto nostro, portando sul mercato il prodotto nei tempi previsti, il che ci ha fornito le risorse per sostenere gli investimenti».
Chiusa l’esperienza con i bandi italiani, «partecipando ad altri – spiega – avremmo rischiato di far saltare l’azienda», Alitec ha tuttavia fatto tesoro del know-how acquisito per spostarsi nel settore del fotovoltaico “standard”, area ora premiata nella fase 2 del bando Horizon2020.
Vittoria conquistata anche grazie alle manifestazioni di interesse per il prodotto presentate da due colossi del settore, tra cui Enel Green Power, lettere di intenti che di fatto già spianano all’azienda la strada del mercato.
«Il prodotto verrà realizzato in più versioni – spiega Laura Botti – e contiamo di arrivare sul mercato con i primi modelli già entro la fine dell’anno. Il business plan prevede 3-4 milioni di ricavi già nel 2018, con la possibilità di raddoppiare l’anno successivo. Il che significa pensare ad una struttura di 50 persone nel 2019». Soprattutto ingegneri e fisici, profili tecnici per irrobustire la Pmi toscana, piccola realtà capace però di conquistare una leadership europea in un settore di nicchia ad alta tecnologia.

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