Sardegna: soluzione tampone per i 500 addetti Ifras licenziati dal 1° gennaio

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By Federdat Dicembre 30, 2016 20:07 Updated

Sardegna: soluzione tampone per i 500 addetti Ifras licenziati dal 1° gennaio

Agli uffici della Regione si doveva discutere del protocollo che traccia la strada per il periodo successivo ai licenziamenti collettivi (esecutivi dal 1 gennaio). Sotto il palazzo che ospitava l’incontro si sono presentati in 300 tra i lavoratori che da gennaio saranno a casa. Protagonisti di una delle proteste di fine anno registrate in Sardegna sono le maestranze dell’Ati Ifras l’associazione temporanea di imprese che, per mezzo di una convenzione che scade a dicembre, svolge una serie di opere nel settore ambientale, archeologico in numerosi comuni della Sardegna occupando circa 500 persone.

La mobilitazione dei lavoratori era iniziata a ottobre quando è stata attivata la procedura per i licenziamenti collettivi. «L’azienda – fa sapere Salvatore Corriga della Rsu – in mancanza di un rinnovo della convenzione aveva annunciato l’avvio del programma che porterà al licenziamento collettivo col nuovo anno». Nel frattempo ci sono state alcune iniziative del Consiglio regionale che però non sono andate a buon fine. «È stata fatta una legge per la proroga della convenzione – prosegue – ma alla luce dei pareri negativi non è stata applicata. Nel frattempo però è andata avanti la procedura per i licenziamenti».

Al Consiglio regionale quindi si è lavorato per un’altra soluzione: i lavoratori, in attesa che si faccia un bando di gara e venga siglata una nuova convenzione per affidare gli stessi lavori, andranno distribuiti, dopo 2 mesi di Naspi, tra i cantieri comunali e le società in house della Regione. «Era necessario che prima della fine dell’anno venisse siglato questo accordo – prosegue il rappresentante dei lavoratori – perché il tempo a disposizione è comunque ridotto e la Regione è fortemente in ritardo. Dal 1 gennaio tutti i lavoratori saranno in regime di Naspi per due mesi e nel frattempo devono essere attuate tutte le procedure necessarie per la ricollocazione temporanea».

Fatto che aveva spinto i sindaci di una ventina di comuni a prendere posizione chiedendo la revoca dei licenziamenti. Per Federico Angius della Usb «servono tempi certi». A sollecitare una soluzione rapida è anche l’assessore regionale agli Enti Locali Cristiano Erriu: «Occorre dare continuità alle attività svolte dai lavoratori ex Ati Ifras nei cantieri archeologici e paesaggistici. Si tratta di un apporto che in questi anni ha prodotto risultati positivi. Dobbiamo necessariamente dare seguito a questo importante contributo e la Giunta, d’intesa con i sindaci, e in accordo con il Mibact, vuole individuare le opportune soluzioni». Nei prossimi giorni, assicurano dall’assessorato «verrà effettuata una ricognizione che riguarderà il numero degli operai e degli archeologi destinati alla tutela e valorizzazione dei parchi e dei cantieri archeologici».

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