Risale la «febbre» da capannone

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By Federdat Febbraio 19, 2017 11:35 Updated

Risale la «febbre» da capannone

Nuove metrature e nuovi spazi, il più possibile vicini alle autostrade. La crescita delle esportazioni, i record di fatturato, le nuove assunzioni sono i segnali che confermano, per le aziende più strutturate del paese, una ripresa in atto.
La ripartenza del mercato degli immobili industriali è, in ordine di tempo, l’ultimo di una serie di indicatori positivi, che contribuisce a consolidare il trend. La «febbre da capannone», innescata dalla Tremonti bis a inizio anni Duemila resta un ricordo lontano.

L’autostrada A4, da Torino a Milano e poi nel tratto che sale a Bergamo, proseguendo fino a Brescia e Verona, porta ancora le tracce della bolla immobiliare cresciuta con gli incentivi sui beni strumentali: 15 anni dopo, le compravendite di immobili industriali tornano a scaldare il mercato.

Il MERCATO DEGLI IMMOBILI PER L’IMPRESA
Valori in %

Il report Tecnocasa segnala, analizzando le banche dati relative alla prima metà del 2016, l’ennesima contrazione dei valori, che porta al 27,3% il deprezzamento delle quotazioni dei capannoni vuoti dal primo semestre del 2008, e al 31,9% il calo per quelli usati. Le compravendite di capannoni nel primo semestre 2016 sono però aumentate del 18,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. E secondo Tecnocasa il trend è destinato a proseguire nel 2017. «Questa riduzione dei prezzi – spiega il centro studi di Tecnocasa – sta determinando un maggiore interesse verso l’acquisto, espresso soprattutto da aziende solide patrimonialmente e da tempo presenti sul mercato».

A livello nazionale l’analisi della domanda, realizzata attraverso le richieste inserite nella banca dati Tecnocasa evidenzia che il 76% delle richieste riguarda immobili in locazione, mentre il 24% è riferito ad acquisti. L’obiettivo principale dei conduttori è contrarre i costi di locazione e, allo stesso tempo, puntare alle tipologie vicine a strade e uscite autostradali: l’area di carico e scarico è fondamentale così come l’altezza, soprattutto per chi opera nella logistica, settore in evoluzione grazie all’e-commerce. Il 57,6% delle richieste di acquisto riguarda tagli fino a 500 metri quadrati, poi con il 27,5% i capannoni tra 500 e mille mq.

«È una timida ripresa, niente di travolgente – spiega Marco Dettori, presidente di Assimpredil Ance, che copre le province di Milano, Lodi, Monza e Brianza –, ma rispetto all’immobilismo degli ultimi anni è un innegabile segnale positivo. Dopo la Tremonti bis – prosegue – la frenata è stata a tre cifre: non si è costruito più nulla, nemmeno si è pianificato. Le indicazioni più confortanti, oggi, sono quelle che provengono dalle principali direttrici infrastrutturali, in Brianza e sull’autostrada verso Bergamo e Brescia». Dettori segnala che la ripresa è in atto sia nel nuovo che nell’usato. «Se non c’è disponibilità di nuovo – spiega – i clienti si adattano a quello che è possibile riconvertire». Dal punto di vista dimensionale «sono le grandi aziende a muovere gli investimenti, soprattutto quelle attive nella meccanica e nella componentistica. Anche gli artigiani danno qualche segnale, ma il fenomeno ha iniziato a diventare rilevante solo quando le aziende hanno iniziato a concretizzare investimenti importanti».

Scendendo lungo la A4, anche a Brescia gli operatori confermano nuovi investimenti e operazioni. «Le aziende si stanno ampliando e sviluppando – dice il presidente dell’Ance Brescia, Tiziano Pavoni –, stanno cercando nuovi insediamenti. Si tratta, spesso, delle realtà più solide e strutturate del territorio: cercano realizzazioni nuove da 5mila e da 10mila metri quadrati, il più possibile vicine ad autostrade e tangenziali». Soprattutto per le aziende insediate nelle valli, negli ultimi anni si è assistito a una migrazione verso sud, alla ricerca di una migliore prospettiva logistica. «Queste industrie cercano di stare vicine alla loro storia, perché temono di perdere manodopera specializzata – prosegue Pavoni –, e questa è una ragione per cui molti progetti di lottizzazione sono falliti. A volte, però, le singole realtà sono costrette ad adeguarsi. Le grandi, soprattutto, stanno assecondando le esigenze di sviluppo dettate dalla crescita dei mercati di riferimento. Succede nelle realtà che lavorano nell’automotive, nella meccanica, nella lavorazione delle materie plastiche».

A Bergamo la nuova sede di Confindustria, in corso di realizzazione, sarà ospitata negli spazi del Kmrosso, lungo l’A4, nel territorio di Dalmine. E nel 2017, per Tecnocasa, si inizia a intravedere una ripresa della domanda, «soprattutto nelle zone considerate strategiche per posizionamento».

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