Pmi ancora troppo legate alle banche: obbligazioni avanti adagio

Poca diversificazione per le Piccole e medie imprese italiane. Che restano ampiamente ancorate al ricorso al credito bancario. È quanto emerge dall’analisi effettuata da Crif Ratings su un campione di 15.270 aziende. Lo scenario negli ultimi due anni è rimasto pressoché stabile. Nel 2014, sul totale solo 881 Pmi presentavano un obbligazione a fine 2014 (inclusi i collocamenti privati), pari a meno del 6% del campione. Un anno dopo, nel 2015, la situazione non è cambiata: sulle imprese che hanno pubblicato il bilancio 2015 entro fine
Settembre 2016 (12.760, ovvero l’83% del totale) la percentuale di emittenti era pari al 5,3%.
Va detto che qualcosa, lentamente – molto lentamente – si sta muovendo: il rapporto di Crif Ratings, infatti, evidenzxia come «l’incidenza delle obbligazioni sul totale dei debiti finanziari è rimasta entro il 3% tra il 2006 e il 2012 per poi mostrare un lieve aumento al 3,1% nel 2013 e un ulteriore progresso sino al 3,4% nel 2014». Un trend che sembra consolidarsi negli ultimi due esercizi: «Sulla base delle evidenze preliminari sui bilanci 2015 – spiegano gli analisti – questo andamento ha subito un’accelerazione nel corso del 2015, con l’incidenza delle obbligazioni sui debiti finanziari poco oltre il 4%. E, alla luce dei primi tre trimestri del 2016, il tasso di penetrazione delle obbligazioni dovrebbe raggiungere il 5% a fine 2016».
Lo studio si concentra anche sulla differenza dimensionale delle imprese analizzate e sulle rispettive dinamiche. Da questa analisi emerge che per le società più piccole – con un fatturato compreso tra i 10 e i 100 milioni di euro –
l’incidenza delle obbligazioni si è mantenuta pressoché costante tra il 2,5% e il 3% per l’intero periodo di analisi. Per quelle di maggiori dimensioni, con un fatturato tra 100 e 500 milioni, si è invece registrato «un più marcato trend verso la disintermediazione bancaria: dal 3,3% medio tra il 2006 e il 2011, il rapporto tra obbligazioni e debiti finanziari è cresciuto al 3,7% nel 2012, poi al 4,3% nel 2013, accelerando ulteriormente sino al 5,2% nel 2014 ed oltre il 7% nel 2015».
Secondo gli analisti di Crif Ratings, saranno proprio le aziende appartenenti a questo secondo segmento che traineranno la penetrazione delle obbligazioni nei prossimi anni. L’Agenzia stima che «il rapporto tra obbligazioni e totale debiti finanziari raggiunga per questo segmento il 9% già nel 2016 per poi
continuare a crescere costantemente negli anni successivi, seguendo il percorso delle grandi aziende italiane dal 2009 in poi».
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