Più valore con le news di qualità

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By Federdat Febbraio 1, 2017 10:53 Updated

Più valore con le news di qualità

Un numero su tutti può sicuramente dare l’idea che, alla base, c’è un valore riconosciuto e riconoscibile: 33 milioni di italiani, quindi 2 su tre, entrano ogni settimana in contatto con i “Newsbrand”. Eccola la parola magica alla quale i gruppi editoriali della carta stampata possono e devono aggrapparsi per il futuro. Un concetto che però già oggi vive all’interno delle realtà editoriali italiane e va solo portato all’attenzione, dei consumatori e degli investitori pubblicitari.

È proprio quello che vuole fare il progetto Newsbrand, realizzato da GroupM insieme a System 24, Rcs Pubblicità, Manzoni e Piemme, vale a dire le concessionarie dei principali quotidiani italiani e presentato ieri nella sede del Sole 24 Ore a Milano.

Tutto ruota attorno a un’evoluzione ormai evidente, almeno per i principali gruppi italiani: dal quotidiano cartaceo stand alone si è passati a un sistema multipiattaforma, dove ci sono le versioni desktop, tablet, mobile, app. E al centro i contenuti: quelle news alle quali, stando ai numeri presentati ieri e frutto di una indagine condotta ad hoc da GroupM, il 30% degli intervistati non rinuncerebbe. In questo modo GroupM ha definito il Sistema Newsbrand cui si aggiungono, per completare il panorama editoriale, altri 6 “sistemi”: Tv pay; Media locali; Vertical (canali Dtt tematici e semigeneralisti e stampa periodica); Generalista (Tv generalista, siti canali tv e Youtube); Social e sistema All news (i canali all news, su tv e web).

«I risultati di ciò che presentiamo – spiega Massimo Beduschi, ceo e chairman GroupM e chief operating officer di Wpp Italia – sono importanti e non solo per noi uomini e donne che ci occupiamo di comunicazione. Sono importanti perché è di fondamentale importanza anche sociale risucire a trasmettere, ai nostri giovani in primis, ciò che la lunga e appassionata storia dei quotidiani rappresenta e quali sono le ricadute in termini di qualità, serietà, approfondimento». Questo non vuol dire, precisa Beduschi, «che non ci siano gap da colmare, innanzitutto tecnologici. Ma alla fine, anche in ottica di investimenti sul versante pubblicitario, i conti tornano. E questi numeri lo dimostrano».

La presentazione fatta da Federica Setti, chief research officer GroupM e dal consulting manager Antonello D’Elia, è sicuramente una pacca di conforto per il mondo che ruota attorno alla carta stampata. Non può essere altrimenti sapere, ad esempio, che il 69,3% degli intervistati dalla ricerca ha detto di informarsi e costruire le proprie opinioni con i brand editoriali. Allo stesso modo, sui 33 milioni che settimanalmente entrano in contatto con i newsbrand il contributo maggiore al sistema viene dalla stampa quotidiana, con 28 milioni di lettori e 66% di lettori esclusivi (7,6 milioni rappresentano l’audience settimanale tramite desktop, e quindi i computer a casa o al lavoro e 5,7 milioni quella su mobile). Ancora: grazie al contributo delle diverse piattaforme i newsbrand riescono a coprire trasversalmente tutte le generazioni di pubblico e nel giorno medio raggiungono, ad esempio, oltre 4 milioni di Millennial (nati fra 1980 e 2000) e 4,8 milioni di Baby Boomer. E infine: ai 723 milioni di pagine di attualità lette ogni mese corrispondono 700 milioni di pagine lette in una delle sezioni verticali (sport, economia e finanza, tecnologia, cultura e spettacolo, video, salute, ecc.).

Insomma numeri confortanti sui volumi, ma da cui emergono indicazioni positive anche sulla “qualità” del tempo impiegato, variabile di fondamentale importanza per gli investitori pubblicitari. Dopo i Social il sistema Newsbrand è quello in cui si dedica più attenzione ai contenuti editoriali e dopo le all news è quello in cui c’è meno dispersione di attenzione. È il sistema in cui vengono riconosciuti i contenuti di maggiore qualità (lo dice il 29,4% degli intervistati, pur se con indagine a risposta multipla) e in cui si ritiene ci siano le pubblicità da considerare eccellenti (21,2% delle risposte). È il sistema ritenuto più credibile e autorevole (29,5%) in cui ci sono le marche più credibili (22,3%). È infine il sistema che garantisce il maggior presidio del territorio e della quotidianità. «Tutto questo – ha concluso Federica Setti – ci fa capire che i NewsBrand rappresentano una risorsa comunicativa da riprendere in considerazione. E i Newsbrand rappresentano ancora un riferimento imprescindibile per qualità e credibilità».

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