Per i prodotti veneti export in aumento e gli occupati segnano +18%
Promosso il vino, in ripresa la pesca, buone notizie dalla bilancia commerciale con l’estero. Nonostante gli altalenanti risultati dei diversi comparti, per l’agricoltura veneta – che nel 2016 vale 5,5 miliardi di euro – è stato un anno di conferme. Lo dicono le stime elaborate dagli esperti di Veneto Agricoltura sulla produzione lorda agricola dell’anno appena concluso che, sostanzialmente, non si discosta da quella del 2015 (-0,3%).
I dati sono stati presentati a Legnaro (Padova) da Regione e Veneto Agricoltura: mostrano, in linea generale, che l’annata agraria 2016 ha registrato un aumento complessivo del 4,1% della quantità prodotta, con percentuali che variano dal 3,3% al 6,3% per i principali comparti. Su questo quadro, positivo, si innesta però l’andamento negativo dei mercati: in particolare prezzi generalmente più bassi, che hanno penalizzato il valore finale della produzione, in particolare di quella zootecnica e parzialmente delle colture erbacee. In leggero aumento invece il valore delle colture legnose, sostenuto soprattutto dai buoni risultati del settore vitivinicolo.
«Analisi congiunturali come questa – ha ricordato il direttore di Veneto Agricoltura, Alberto Negro – rappresentano utili strumenti per gli imprenditori agroalimentare veneti che così possono meglio programmare la propria attività e migliorare la redditività aziendale. L’attività di Veneto Agricoltura, partita ufficialmente lo scorso 1° gennaio, punterà anche su queste tipologie di servizi, rivolti al rafforzamento delle imprese».
Nel dettaglio, un andamento climatico sostanzialmente favorevole ha favorito le colture estensive estive, soprattutto mais e soia, che hanno incrementato la resa rispetto all’anno precedente. Il calo della superficie ha tuttavia determinato una flessione produttiva del mais a 1,7 milioni di tonnellate (-4%) e del riso (-7%), mentre la stabilità degli ettari a soia ha consentito un raccolto superiore del 3% rispetto al 2015. In calo la produzione della barbabietola da zucchero (-7%), penalizzata dalla contrazione della superficie, e del tabacco (-4%). In forte ripresa le colture bioenergetiche: è triplicata la produzione di girasole, quasi raddoppiata quella di colza.
Le colture orticole hanno mostrato risultati altalenanti, a seconda della stagionalità: aumenta la produzione di patate (+10%), radicchio (+9%) e lattuga (+54%), cala invece la produzione di fragole (-11%). La superficie complessivamente investita a patate e ortaggi è aumentata del 5% rispetto al 2015, in particolare l’aumento interessa le piante da tubero che segnano un +15% e le coltivazioni in serra +21%.
Anche le colture frutticole mostrano dei risultati in chiaroscuro: cresce infatti del +7% la produzione di mele, in seguito a un incremento di superficie dedicata, e di actinidia (+9%). Calano invece i raccolti di pere (-11%), pesche (-4%) e ciliegie (-2%). Dal punto di vista commerciale va segnalata la ripresa dei prezzi delle pesche dopo due annate negative (+37%); bene pere e ciliegie (rispettivamente +7% e + 10%), in calo le quotazioni di mele (-9%) e actinidia (-30%).
Per la vitivinicoltura veneta è stata un’altra buona annata. La produzione di uva aumenta del 4% rispetto alla già abbondante vendemmia del 2015, raggiungendo la quantità record di 13 milioni di quintali dai quali si dovrebbero ottenere circa 10,1 milioni di ettolitri di vino. Rrisultati che devono comunque tener conto dell’aumento dell’8% di nuove superfici a vigneto. Anche i prezzi delle uve sono risultati generalmente in aumento (+5,5% in media), sospinti dalle note positive della vendemmia e dall’andamento crescente delle esportazioni (+8,8% in valore nei primi 9 mesi del 2016).
Le notizie positive vengono proprio dal commercio con l’estero: il deficit della bilancia commerciale veneta dei prodotti agroalimentari relativa ai primi tre trimestri del 2016 risulta quasi dimezzato (-49,5%) rispetto allo stesso periodo del 2015, in calo di 210 milioni in seguito a un incremento delle importazioni (4,8 miliardi di euro, +1%) decisamente inferiore all’aumento delle esportazioni (4,6 miliardi di euro, +6,1%). Dopo 15 anni di progressiva contrazione, la flotta peschereccia veneta torna a crescere leggermente (+0,3%) e così il numero di imprese dedite alla pesca (+1,2%). Ancora in calo il numero delle imprese agricole iscritte alle Camere di Commercio del Veneto, sceso nei primi nove mesi del 2016 a 64.524 unità, in flessione dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2015. Cala leggermente anche il numero di imprese dell’industria alimentare a 3.686 unità attive (-0,75%). In netto aumento invece gli occupati in agricoltura: nei primi tre trimestri del 2016 sono +18%, media fra l’aumento del 12% degli occupati indipendenti e del 26% degli occupati dipendenti.
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