Patto per la mostarda made in Italy

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By Federdat Dicembre 14, 2016 16:50 Updated

Patto per la mostarda made in Italy

Un accordo che sa di Natale, ma anche di tradizione, innovazione, storia di un territorio e investimento sulla sua economia. Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Veneto, firma con il presidente dell’associazione Marino Cerantola e con Janick Belin, presidente della Boschetti Alimentare Spa di Ronco all’Adige (Verona), un protocollo di intesa che interessa 12 prodotti, dalle visciole alle mele, dai marroni alle cotogne, più altre cinque coltivazioni biologiche.

Obiettivo, valorizzare il rapporto fra l’azienda, 126 anni di vita, e il territorio: già adesso Boschetti utilizza per oltre il 90% materia prima fresca che viene dal Veneto.

La cotogna, ad esempio, è l’ingrediente principale della mostarda vicentina, gli ortaggi con frutta varia caratterizzano quella cremonese, la mela non può mancare nella versione mantovana cosi come la viadenese non può stare senza pere. La mostarda vicentina fa parte della storia della Boschetti, 50 dipendenti, che produce le diverse tipologie e nel 1918 ha codificato la prima ricetta della salsa vicentina. Allora lo stabilimento, che aveva sede a Montecchio Maggiore (Vicenza), accoglieva anche la sede di un reparto di sanità inglese (le truppe britanniche erano arrivate a rinforzare l’esercito italiano dopo Caporetto). Furono proprio quei soldati i primi assaggiatori e quindi estimatori del prodotto, tanto da suggerire l’aggiunta di senape.
Oggi Boschetti Alimentare Spa, trasferita in provincia di Verona, fattura circa 14 milioni di euro, e lavora 40mila quintali di frutta di origine regionale. Nella gamma ci sono la cotognata e la marronata, varie mousse e una linea completamente bio.

Con un secolo di storia alle spalle e un rapporto di fiducia già solido con le aziende del territorio, l’intesa siglata a Mestre con Coldiretti «valorizza il Made in Italy e riconosce l’alta professionalità degli imprenditori agricoli fornitori di mele, pere, marroni pesche, ciliegie e cotogno»: una coltura, quest’ultima, praticamente in via d’estinzione se si considera che negli anni ‘60/’70 si contavano 14mila tonnellate di prodotto, scese ora a 1.500. Ora, con il ritorno al valore della biodiversità e della tipicità, sta ritrovando il suo spazio, seppur di nicchia, con una forte propensione all’incremento degli ettari in Italia. La mostarda troverà spazio anche sulle tavole degli agriturismi veneti, valorizzata dalle ricette degli agrichef.

Solo cinque anni fa il mercato per Boschetti era interamente italiano: «Oggi siamo al 15% di export, e puntiamo alla quota di un terzo – spiega il francese Belin – Quando sono arrivato qui mi sono chiesto: che cos’è questo prodotto? Si venderà? Ora posso dire che c’è spazio per le salse senapate anche all’estero, con buoni riscontri sul mercato tedesco e in Russia. Test sono in corso anche con l’uso dei nostri prodotti in ristoranti di lusso a Londra e New York». E un primo container Boschetti è pronto per l’India, dove arriverà all’inizio del prossimo anno.

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