Nasce a Torino la scuola parentale esterna alla famiglia

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By Federdat Dicembre 28, 2016 17:56 Updated

Nasce a Torino la scuola parentale esterna alla famiglia

In Italia sta crescendo la voglia di “istruzione parentale”, permessa dalla legge e che richiama alla mente i precettori scelti dalle famiglie facoltose. A Torino, dal prossimo anno scolastico, partirà invece una scuola primaria parentale realizzata al di fuori dell’ambito famigliare ma con un continuo coinvolgimento dei genitori. Una iniziativa voluta da Laura Milani, direttrice dello Iaad (l’Istituto universitario di arte applicata e design), e che ha trovato la collaborazione di Basic Net che metterà a disposizione gli spazi per accogliere i bambini. Ma nel progetto sono coinvolte anche Aurora, Lavazza, la Fondazione Pistoletto.

Il percorso scolastico, spiega Milani, deve servire a valorizzare le capacità e la creatività dei bambini. Ma senza perdere di vista le linee di base della scuola tradizionale. Perché, alla fine di ogni anno, i bambini affronteranno un esame in una scuola pubblica proprio per verificare le competenze acquisite. Un esame che non è obbligatorio ma che diventa un passaggio ulteriore nella crescita dello scolaro. L’insegnamento, nella “Scuola possibile”, sarà suddiviso tra 5 aree : a fianco dell’alfabetizzazione hanno identico spazio l’educazione all’immagine, l’educazione scientifica, l’educazione al suono e l’educazione al movimento.

Nessun compito a casa, perché il tempo in famiglia deve essere vissuto con i famigliari mentre i compiti si fanno a scuola. E i bambini impareranno anche a cucinare i piatti che mangeranno in mensa. Ma saranno anche liberi di girare per il Basic Village, raccogliendo le uova delle galline od occupandosi del giardino. E gli spazi saranno arredati con ciò che vorranno gli scolari. Sempre all’insegna della massima libertà e del coinvolgimento.

Ogni classe avrà 15-18 alunni e per evitare che la Scuola possibile si trasformi in uno spazio per soli bambini di famiglie ricche, sono previste borse di studio per le famiglie meno abbienti.

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