Le macchine per gomma e plastica ritrovano l’export: bilancia positiva per 1,5 miliardi

Federdat
By Federdat Gennaio 10, 2017 16:04 Updated

Le macchine per gomma e plastica ritrovano l’export: bilancia positiva per 1,5 miliardi

Il 2016 si è chiuso in ripresa per il settore dei macchinari destinati alla lavorazione delle materie plastiche e della gomma. A sancirlo, nel suo preconsuntivo basato sui dati Istat è l’associazione di categoria Assocomaplast. Le esportazioni hanno fatto segnare complessivamente un incremento di un punto e mezzo percentuale nei primi nove mesi dell’anno appena concluso. Più deciso l’incremento realizzato dalle importazioni: +8,5%, segno che i settori utilizzatori in Italia hanno ripreso a investire in maniera più decisa, anche sulla scia degli incentivi varati dal governo negli ultimi anni.

«Dopo i segni meno che avevano caratterizzato i mesi precedenti – spiega il presidente dell’associazione confindustriale, Alessandro Grassi – la ripresa dell’export, che storicamente rappresenta una quota considerevole sulla produzione nazionale, è un segnale importante per i costruttori italiani». A generare ottimismo, al di là del risultato che a fine settembre per l’export può apparire risicato, è, come sottolina Grassi, il fatto che «il 2015 sia stato un anno record, il migliore di sempre, per le vendite all’estero dei costruttori italiani. Se la ripresa si confermerà fino al consuntivo del 2016, si registreranno valori complessivi di assoluto rispetto».

Nei primi nove mesi dall’anno trascorso le esportazioni di macchinari per lavorazione di gomma e plastica hanno superato i 2 miliardi di valore, e la crescita è stata trainata in modo particolare dalle macchine per stampi (+4,5% per un valore di oltre 586 milioni), componenti e parti meccaniche (+13%, a 315 milioni), estrusori (+1,8, per un export di 214 milioni circa) e dalle stampatrici flessografiche (+1,1%, per un controvalore di quasi 105 milioni). Insieme queste tipologie di beni rappresentano il 59,5% del totale esportato. Restano ancora in rosso, invece, i dati relativi al comparto delle presse, le macchine formatrici e quelle per resine reattive. Ma il loro peso specifico è inferiore rispetto alle specializzazioni produttive elencate in precedenza.

Le importazioni si sono attestate invece poco al di sopra dei 590 milioni, il che, tra l’altro, rende il saldo commerciale positivo per poco meno di un miliardo e mezzo.

Per quanto riguarda le destinazioni, nel periodo preso in esame scende leggermente la quota Ue (dal 50,8% del totale al 49,2%) e analogamente quella europea (dal 60,2% al 58,3). In crescita, invece, i flussi verso Nord America e area Nafta (Stati Uniti, Canada e Messico), che salgono di quasi due punti dal 12,8 al 14,6%. Sale ancora l’Asia, dal 16 al 16,6%, così come l’Africa, che passa dal 4,6% al 4,8. Complici le difficoltà del Brasile (-33% le vendite di macchinari made in Italy, sotto la soglia dei 30 milioni. Risultato non bilanciato dall’ottimo exploit dell’Argentina), è in calo il Sudamerica sceso sotto il 6% (al 5,7% dal precedente 6,4).

Tornando all’ambito europeo, sull’erosione della quota pesano le minori vendite in Germania, Repubblica Ceca, Regno Unito, Romania. Crescono, invece, le vendite in Polonia (+15%), Spagna (+15%), Portogallo (+77%), Paesi in espansione ma dal peso specifico inferiore ai precedenti. Sul risultato complessivo nel “giardino di casa” dei macchinari influisce ancora la situazione critica della Russia: le esportazioni si sono fermate sotto i 36 milioni di euro, contro i 47 dei primi nove mesi del 2015.

Oltreoceano si riscontrano gli andamenti opposti di Usa e Canada da un lato (rispettivamente -12 e -26%), più che bilanciati dal raddoppio delle esportazioni verso il Messico.

Buone notizie per i produttori di macchie per la lavorazione di gomma e plastica arrivano dall’Asia, dove – accanto ai dati di Cina e India (rispettivamente +9% a 104 milioni e +42% a 43 milioni), Corea del Sud e Vietnam (+39% a 14 milioni la prima, +62% a 13 milioni il secondo) – continua la fase espansiva dell’Iran dopo la riduzione delle sanzioni, con le esportazioni italiane balzate del 63% per un valore di 18 milioni.

In Africa, export in sofferenza in Marocco e Tunisia, meglio in Algeria e bene in Sudafrica. Il giro del mondo dei macchinari termina in Oceania, che pur avendo un peso specifico relativo ha visto dimezzare le vendite tricolori.

Sul breve periodo il settore ha ricavato indicazioni positive, come ricorda il presidente di Assocomaplast, «dalla recente fiera triennale di Dusseldorf, dove le aziende italiane hanno riscontrato tra gli operatori una concreta propensione agli investimenti».

© Riproduzione riservata

Argomenti:
Federdat
By Federdat Gennaio 10, 2017 16:04 Updated