L’alimentare veneto innova e conquista i consumatori esteri
Dal 2007 ad oggi le eccellenze del food made in Veneto hanno conquistato i mercati internazionali: dai 2 miliardi e mezzo di export agli oltre 5 miliardi e 244 milioni di euro dello stesso periodo del 2016, secondo l’Ufficio studi Confartigianato. Una crescita del 109%, confermata dalle ultime festività natalizie: a dicembre è stato stimato un consumo di prodotti alimentari delle famiglie italiane pari a 14,7 miliardi, il 24,8% in più rispetto alla media degli altri 11 mesi dell’anno, e di questi 1,4 miliardi solo in Veneto. Per i prodotti artigiani, il valore dei consumi a dicembre è di 5,6 miliardi; con 448 milioni la regione è la quarta in Italia per maggior valore di acquisti di prelibatezze artigiane dietro a Lombardia, con 960 milioni, Lazio con 572 milioni e la Campania con 470.
«Se i nostri prodotti alimentari piacciono tanto in Italia e nel mondo –sottolinea il presidente della federazione regionale Alimentazione Christian Malinverni- è grazie ai “campioni” della qualità tipica. Nella nostra regione sono 6.784 le imprese artigiane del settore alimentare, di cui 3.152 specializzate nella pasticceria. Non solo un patrimonio economico, ma veri baluardi delle nostre tradizioni. Di certo i migliori promoter e fattore di successo del food made in Italy all’estero». E l’export resta un fattore chiave, quello da cui arrivano i segnali migliori. In Veneto, nei primi nove mesi del 2016, le esportazioni di prodotti alimentari e bevande sono aumentate più che in qualsiasi altra regione (+6,1%), con un aumento più marcato verso i Paesi Extra Ue (+9,1%) e uno relativamente più contenuto di +4,8% per l’intra Ue.
Un asse portante dell’economia del territorio, che nonostante le difficoltà ha continuato a offrire performance positive, fotografato dal monitor sull’industria agroalimentare di Veneto e Friuli VG – attivato da Community Media Research e Crédit Agricole FriulAdria – che ha indagato 557 aziende appartenenti ai comparti della lavorazione delle carni e del pesce, frutta-ortaggi, bevande, latterio caseario, granaglie, prodotti da forno, oli-grassi e altri prodotti alimentari. Il quadro che ne risulta mostra una forte propensione all’innovazione che – di processo o di prodotto – ha interessato nell’ultimo triennio il 70,1% delle imprese agroindustriali, e poco più della metà (51,9%) ha puntato su entrambi i fronti. Resta comunque un 29,9% delle imprese che non ha realizzato alcun genere di intervento, e molte restano le realtà che presentano una strutturazione sottodimensionata, poco organizzate. Nel primo semestre 2016 il comparto ha dato risultati generalmente positivi, con previsioni di aumento del fatturato maggiori in Veneto che in Friuli VG (saldo fra opinioni positive e negative +12,4 contro -3,9).
Il costo delle materie prime è aumentato per il 43% delle imprese, ma sono in prevalenza le piccole (taglia fino a 9 addetti) ad avere ridotto la marginalità mantenendo stabili i prezzi finali; la dimensione incide pesantemente anche sulla capacità di affrontare i mercati stranieri: il 48,6% delle aziende del campione opera esclusivamente in Italia, con punte del 70,8% nel lattiero caseario e del 64,7% nei prodotti da forno, e a essere maggiormente proiettate verso l’estero è il 76,9% delle aziende con oltre 50 dipendenti.
Molti i casi recenti di accordi e collaborazioni fra imprese: a Venezia, ad esempio, Coldiretti Veneto ha tenuto a battesimo il “patto della mostarda” che porterà l’azienda veronese Boschetti a spingere sul rifornimento di frutta made in Veneto per le proprie confetture. Sulla stessa linea l’intesa che ha coinvolto Paluani, per la produzione di dolci da ricorrenza e brioche al 95% prodotti con latte, burro (e in futuro farina) provenienti dalla regione. Sul fronte innovazione, Barilla ha scelto la startup veneta Desall (insediata in H Farm) per lanciare un contest creativo: una community internazionale di designer studierà un nuovo formato di pasta da stampare con i macchinari 3D.
Sul fronte della crescita, solo pochi giorni fa Iccrea BancaImpresa, Banca Veronese e Sace (Gruppo CDP) hanno finalizzato una linea di credito da 1 milione per sostenere gli investimenti in ricerca e innovazione di Iteca, Pmi veronese specializzata in impianti per la produzione di impianti per i grandi btand del settore panettoni e pandori. Macchinari che vengono venduti anche sui mercati di Usa, Russia, Emirati Arabi, Indonesia e Cile (l’export pesa per il 60% sul fatturato).
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