In Molise l’economia è ripartita. Ma non è ancora ripresa
«In Molise l’economia è ripartita. Ma non è ancora in ripresa. Il settore industriale molisano cresce, ma in modo “duale”: cresce l’industria medio grande, così l’agroalimentare, ma non cresce tutto il resto. L’industria di piccole dimensioni non va bene». Con una descrizione obiettiva del trend in atto si apre la relazione del presidente di Confindustria Molise, Mauro Natale, nel giorno dell’Assemblea pubblica annuale. Occasione per fare il punto su politiche avviate e programmi da completare grazie anche alla presenza del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, del ministro per la Coesione Territoriale, Claudio De Vincenti, dell’ad di Invitalia Domenico Arcuri. Oltre che dei rappresentanti delle istituzioni locali, tra cui il presidente della Regione Paolo Di Laura Frattura.
Il Molise inverte la rotta: ha registrato una crescita del Pil regionale del 2,9% nel 2015, dato da record nel Sud Italia, ma da leggere con prudenza trattandosi di una percentuale costruita su piccoli numeri di una piccola regione. Le esportazioni nel primo semestre del 2016 sono cresciute del 92%.
Il presidente Natale parla di «imprese che hanno superato la crisi, perché hanno innovato, esportato, modernizzato la governance». E, all’estremo opposto, di una moltitudine di piccole, che non hanno innovato e non si sono modernizzate tra cui numerose che hanno chiuso. «In mezzo – precisa – ci sono tutti gli altri, la maggioranza, che possono agganciare il primo gruppo, o essere risucchiati dal secondo».
Perchè le imprese crescano, per Mauro Natale, occorono strumenti idonei. Tema a cui si collega il presidente di Confindustria. «Occorre una visione lunga e programmi di medio lungo periodo – dice Boccia – poichè c’è distanza tra le riforme e i loro effetti». Il leader degli industriali italiani ribadisce che «la questione industriale è questione nazionale». «L’industria – dice – va posta al centro delle politiche nazionali e regionali che devono convergere tra loro, e che devono offrire strumenti per rendere il Paese competitivo». Per Boccia «il 2017 sarà un anno difficile «sia in vista della tornata di elezioni in Europa, sia per il dilagare di tendenze protezionistiche». Occorre, quindi, che in tema di politica economica nazionale «si definiscano gli obiettivi da raggiungere, di conseguenza si individuino gli strumenti da utilizzare e, solo infine, si valutino i saldi di bilancio. Non viceversa». Il Molise, per Boccia, con le sue percentuali di crescita «è regione simbolo di un Mezzogiorno che ha potenzialità e le sta utilizzando».
Gennaio-settembre 2016. Variazione su analogo periodo 2015. Dati in euro (Fonte: Elaborazione Sole 24 Ore su dati Istat)
Crescere e rimuovere gli ostacoli sono le parole chiave della giornata. Il presidente molisano parla di mala burocrazia e cita la cattiva gestione delle aree di sviluppo industriale. Parla di zone franche, di incentivi fiscali, di un abbattimento della tassazione locale. «Provvedimenti – dice Natale – che abbiamo chiesto, ma non sono stati adottati». Parla di difficile accesso al credito. A questo proposito Boccia ricorda che è in atto un confronto tra Confindustria e Abi «che punta a favorire una valutazione qualitativa dell’impresa che si aggiunga a quella attuale e solo quantitativa».
E poi Natale tocca il nervo scoperto del Molise, quello delle infrastrutture, un grave gap di una piccola regione che resta isolata dal resto d’Italia e dall’Europa. «Abbiamo apprezzato il Patto per il Sud e poi quello per la nostra Regione con una dote di 727 milioni – dice il presidente regionale – che hanno definito priorità di interventi infrastrutturali da realizzare. Apprezziamo la scelta di potenziare la rete ferroviaria. Ci aspettiamo adesso che si apra una stagione di investimenti da parte di Trenitalia per favorire in Molise il servizio di trasporto ferroviario, che oggi è in condizioni disastrose».
Infine, il presidente degli industriali molisani fa riferimento alla grande chance della Regione: gli incentivi per le aree di crisi, su cui da tempo si attende la graduatoria finale e il via libera agli investimenti (si veda l’articolo in basso). «Abbiamo davanti a noi un’occasione unica – conclude il presidente di Confindustria Molise – per sperimentare nuovi modelli di sviluppo: il riconoscimento dell’area di crisi al Molise può restituire competitività al nostro territorio, soprattutto se vengono potenziati i fattori di attrattività». E precisa: «Abbiamo creduto fin dall’inizio in questo strumento per il rilancio degli investimenti industriali in Molise, e abbiamo apprezzato la competenza e la professionalità messa in campo dagli uffici. A dire il vero, avremmo gradito, che su strumenti come questo ci fosse stata – da parte del governo, delle regioni e dei sindacati – un’attenzione maggiore per individuare in queste aree elementi di attrattività ancora più interessanti».
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