«In Italia c’è spazio per crescere»

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By Federdat Febbraio 2, 2017 09:36 Updated

«In Italia c’è spazio per crescere»

Quando si inizia un nuovo lavoro come questo in cui si è presenti in molti Paesi ci si focalizza su due aree: laddove ci sono i problemi sui quali intervenire e sulle “shining stars”: le situazioni in cui le cose vanno meglio. Ecco, per noi la branch italiana rientra in questa seconda categoria». Tim Castree è da inizio novembre il Global Ceo di Mec, una delle principali centrali media a livello mondiale. In Italia Mec, guidata da Luca Vergani, è quella che ha il billing (gli investimenti da gestire per conto dei clienti) più alto: 1,2 miliardi di euro, all’interno dei 2,7 miliardi di GroupM al 2015, secondo Recma.

Martedì Tim Castree – insieme con Alastair Aird, Mec Global chief operating officer oltre che presidente e ceo Europe, Middle East and Africa – erano negli uffici italiani, ad Assago alle porte di Milano. E per Castree, alla guida di Mec da novembre scorso, era la prima volta «In questo Paese – ha spiegato il global ceo Mec in questo colloquio con Il Sole 24 Ore – siamo primi da 15 anni. Ero curioso di vedere di persona alcune cose. Mi piacerebbe che fosse una storia uniforme sul mercato». Insomma, un gran riconoscimento per il lavoro svolto dal team italiano, ma dalle parole di Tim Castree emerge anche una grande considerazione del mercato italiano, presente e in prospettiva. «Ci sono margini di crescita per un business come il nostro: nell’online, nel digital, nel consulting».

Però il mercato pubblicitario italiano solo ora si sta riprendendo da una fase di declino.

Il mercato pubblicitario italiano è calato del 20 per cento negli ultimi 10 anni, questo è evidente . Però al contempo Mec ha avuto un trend positivo. E questa crescita è dovuta alla diversificazione dei servizi e all’allargamento del perimetro e delle soluzioni di supporto richieste dai clienti.

Quanto pesa l’Italia nel vostro business?

L’Italia è nella top five a livello globale ed è terza in Europa, dopo Uk e Germania. In termini di revenues vale l’8,5% dei ricavi europei e il 5% di quelli globali.In generale come Mec dobbiamo continuare a investire nei Paesi emergenti con forte crescita, come Cina, India, Russia e Medio Oriente bilanciando con investimenti laddove ora siamo forti, come in Italia, in cui il mercato è flat o poco più.

Lei ha parlato di diversificazione ed evoluzione del business. In quali aree vi concentrerete di più e in quali di meno?

È importante concentrarsi sul presidio di tutto ciò che è contenuto, dai social al Seo. Contenuto tv, da carta stampata, ma anche i siti delle aziende sono necessari per profilare al meglio clienti e i loro consumatori-utenti, attuali e potenziali, in modo tale da dare una delivery adeguata a questi dati la cui acquisizione e gestione, grazie alle moderne tecnologie, deve essere fra i nostri punti di forza .

INVESTIMENTI PUBBLICITARI PER SETTORE
Gen./Nov. ‘16. Quota % e var %. (Fonte: The Nielsen Company)

Ma i clienti italiani percepiscono l’importanza di questa vostra attività?

C’è una grande evoluzione su questo versante. Le aziende italiane percepiscono la necessità di essere digital, innovative. Ma spesso non hanno i mezzi per farlo. Ecco che quindi, per stare al passo, si fa strada il modello della partnership. Anche io se avessi una mia società preferirei affidarmi a partner esterni per attività come quelle che ho descritto. In definitiva, da quel che mi viene riferito e da quel che vedo, c’è consapevolezza del bisogno di consulenza e supporto. E questa è un’opportunità. La partnership aggiunge senza togliere.

Allargando un po’ la visuale, è però vero che a livello mondiale negli ultimi mesi Mec, che gestisce un billing di 25 miliardi di dollari, ha perso importanti clienti. dinamica competitiva o qualche particolare problema?

Nessun particolare problema. Capita di vincere e di perdere. Le perdite sono principalmente concentrate negli Usa, dove abbiamo molta più copertura di stampa. In Europa siamo stati top player negli ultimi cinque anni. Penso che soprattutto nel particolare contesto economico in cui ci troviamo, ogni business è messo a dura prova. Stanno avvenendo tanti cambiamenti nel mercato. Noi comunque, abbiamo vinto almeno quanto abbiamo perso. Se si guarda agli ultimi tre anni abbiamo sicuramente più vinto che perso.

Certo, c’è sempre di più da fare i conti con Google e Facebook. Sono più partner o concorrenti? In fondo sono realtà che disintermediano. E quindi per voi possono rappresentare un pericolo o no?

Non ho numeri specifici, ma credo che GroupM spenda nell’ordine di 5 miliardi di dollari con Google e 1,5 miliardi con Facebook. Li vediamo come partners e lavoriamo a stretto contatto con entrambi. Tuttavia, come agenzia media siamo orgogliosi di essere agnostici rispetto alle varie piattaforme. Il nostro obiettivo è quello di agire nel miglior interesse dei nostri clienti e di contribuire efficacemente a far sì che si colleghino ai loro consumatori al momento giusto e nel posto giusto.

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