Europa e calendario frenano l'export

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By Federdat Dicembre 18, 2016 18:20 Updated

Europa e calendario frenano l'export

A ottobre l’export italiano cede il 2,2% su base annua (invariato il dato mensile destagionalizzato), una frenata ora allargata anche ai mercati europei, in calo del 2,1%, in linea con la performance extra-Ue.
A ridurre i volumi è però anche il calendario, con una giornata lavorativa in meno rispetto allo stesso mese del 2015. Normalizzando il dato – spiega l’Istat – il calo si trasforma in realtà in una crescita del 3,6%.
E tuttavia, andando oltre il risultato mensile, è già chiaro che il 2016 non verrà ricordato come un anno spumeggiante per le nostre vendite all’estero, in progresso di appena due decimali nei primi dieci mesi, dell’1% escludendo dal calcolo l’energia.
A ottobre i cali maggiori sono per beni di consumo durevole (-11%) ed energia, mentre l’unica area in terreno positivo è quella dei beni di consumo non durevole.
Tra i settori la performance migliore è quella dei mezzi di trasporto, trainati sia dagli autoveicoli (+4,2%) che dalle altre categorie (+8,1%), altri segni più si realizzano per alimentari, abbigliamento e chimica.
Giù tutti gli altri settori, con i cali maggiori per elettronica, mobili, e prodotti tessili.
Pochi, tra i singoli paesi, gli spunti di crescita interessanti. Nei mercati extra-Ue solo Cina e Giappone, in Europa soltanto la Spagna, con uno scatto del 5,8% che conferma il risultato dei primi dieci mesi dell’anno.
Dal lato delle importazioni il calo è dell’1,6% (si trasforma in una crescita del 2,5% a parità di calendario), il che produce un avanzo commerciale di 4,3 miliardi di euro, di poco inferiore al risultato 2015.
I minori esborsi per l’energia spingono comunque decisamente al rialzo il bilancio dei primi dieci mesi dell’anno: l’avanzo è di 41,6 miliardi, 9,3 in più rispetto allo stesso periodo 2015.

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