Dagli hotel agli stadi: crescono gli investimenti dell’Italia in Camerun

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By Federdat Febbraio 20, 2017 09:06 Updated

Dagli hotel agli stadi: crescono gli investimenti dell’Italia in Camerun

Sarà italiano il primo hotel a cinque stelle del Camerun. Il Kristal Palace sorgerà a Douala, la capitale economica del Paese, avrà 240 camere e porta una doppia firma made in Italy: quella dello studio milanese di interior design Premoli Silva, che ha realizzato il progetto, e quella della Tecno Spa, nella veste di general contractor. Ogni arredo si ispira alla tradizione culturale del Paese, dall’utilizzo di legni iroko, wengee e zebrano fino alla grafica dei tessuti Bamikeke. Il tutto rivisitato, però, in chiave moderna e dedicato a un pubblico decisamente business.

I cantieri dell’hotel si sono già aperti, così come è già iniziata la costruzione della cittadella sportiva e dello stadio nella capitale Yaoundé, che ospiterà l’edizione 2019 della Coppa d’Africa di calcio: il maxi-progetto, nella forma della partnership pubblico-privato, è stato assegnato all’italiana Piccini, mentre la Pizzarotti è già al lavoro per realizzare dal nulla un nuovo quartiere residenziale da 120mila alloggi secondo la formula del social housing.

Cresce rapidamente il peso specifico dell’Italia in Camerun, Paese da 24 milioni di abitanti affacciato sul Golfo di Guinea, al confine con la Nigeria. A un anno esatto dalla visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la settimana scorsa il viceministro agli Esteri e alla cooperazione internazionale, Mario Giro, è tornato a Yaoundé alla guida di una missione economica con un centinaio di imprese al seguito. La prima missione in Africa da quando al governo è salito Gentiloni.

L’occasione è stata il Salone Promote, la più grande piattaforma promozionale di partenariato economico di tutta l’Africa centrale. Quest’anno l’Italia è stata ospite d’onore e il viceministro Giro l’unico rappresentante di un governo straniero: «Il viaggio che abbiamo fatto con il presidente Mattarella nel 2016 non è stato uno spot. C’è stata una crescita evidente di considerazione del nostro Paese. Casa Italia, il nostro padiglione al Salone Promote che si è chiuso ieri, è stato il secondo più grande di tutta la manifestazione». Per la verità, la differenza tra Casa Italia e il padiglione francese era minima, nonostante i francesi in Camerun abbiano radici di ben più lungo periodo.

UN PAESE IN MARCIA
Fonte: ministero degli Esteri, Istat, Global Competitiveness Index

Nel corso del Forum economico bilaterale Italia-Camerun di mercoledì scorso sono stati annunciati nuovi progetti: un consorzio tra Italferr e Seas si occuperà della realizzazione di nuove infrastrutture nel sud del Camerun, al confine con il Gabon; Iveco, invece, lavorerà con il ministero dei Trasporti allo sviluppo della rete urbana di Douala. «Storicamente la presenza delle imprese italiane in Africa si riferisce per lo più a grandi gruppi come Eni, Danieli, Enel, Salini o Impregilo – spiega il viceministro Giro -. Eppure l’Africa sub-sahariana è in grado di fornire sbocchi commerciali per i prodotti e per i servizi italiani in molteplici settori, dall’edilizia all’arredo, dai macchinari all’agroalimentare».

L’Africa, insomma, è già pronta per le nostre medie imprese. Come il produttore di pasta Broli, che insieme ad alcuni partner italiani ha effettuato in Camerun investimenti per circa 5 milioni di euro. O come le molte società italiane che stanno mettendo a segno importanti forniture per il settore dell’hotellerie, in vista della Coppa d’Africa 2019. Tra queste c’è anche Habitat Group, azienda con sede a Recanati che si occupa di progettare e realizzare alberghi e centri commerciali: la società, in Camerun, ha già realizzato un hotel a 4 stelle, mentre ora sta lavorando a Mama Italy, un concept in franchising per la produzione e la vendita di prodotti italiani, che dovrebbe vedere le prime aperture a fine 2017.

L’economia del Camerun si basa sulle materie prime, dal legno ai 400 milioni di barili di riserve petrolifere. Per il futuro più prossimo il Paese punta tutto sul maxi-piano infrastrutturale voluto dal governo: «A Yaoundé – segnala il viceministro Giro – abbiamo firmato un programma ambizioso: all’Italia vanno infrastrutture importantissime da costruire nei prossimi anni». Insieme con la Germania, poi, fra i Paesi della Ue l’Italia è il secondo partner economico di Yaoundé, mentre il primo a livello assoluto resta ancora la Cina. I legami con l’Europa sono però destinati a crescere: dall’agosto scorso, infatti, è entrato in vigore l’Accordo di partenariato economico con Bruxelles, grazie al quale i prodotti europei gradualmente, nel giro di dieci anni, potranno entrare in Camerun a tasso zero.

Insieme alle imprese, con il viceministro Giro sono sbarcate a Yaoundé anche due università: quella per Stranieri di Siena, che ha firmato con il ministero dell’Istruzione secondaria camerunense una convenzione per insegnare l’italiano nei licei del Paese, e quella di Padova, che ha sottoscritto tre accordi di cooperazione con gli atenei di Yaoundé e Douala per corsi e master di ingegneria, di informatica finanziaria, di architettura e di tecnologia.

«I camerunensi costituiscono la più grande comunità di studenti africani nelle università italiane – ha dichiarato il viceministro Giro -: sono circa 4mila e la maggior parte rientra poi nel Paese e crea nuove imprese».

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