Caratteri per dislessici: creati a Torino, conquistano il mondo

La percentuale di dislessici varia, a seconda dei Paesi, dal 5 ad oltre il 10% della popolazione. Dunque centinaia di milioni di persone che hanno problemi di lettura. Problemi che, però, potrebbero essere presto risolti da una creazione torinese: il font EasyReading, ideato dai soci di una piccola casa editrice di qualità del capoluogo piemontese.
Il font è composto da 811 glifi (lettere, numeri, accenti, simboli, punteggiatura), include 6 stili e può essere utilizzato da tutte le lingue che usano i caratteri latini, dal turkmeno al norvegese. Ma ad EasyReading stanno già lavorando per preparare anche una versione in cirillico, in modo da conquistare anche il mercato russo.
I caratteri studiati per i dislessici sono già stati testati in alcune scuole e si è registrato un incremento della velocità di lettura non solo da parte degli studenti dislessici, ma anche dei normolettori. Così, dopo aver investito oltre 100mila euro per la ricerca, i caratteri hanno ottenuto la certificazione, il disegno è stato registrato in tutta europa ed il nome registrato a livello mondiale. Grazie anche al sostegno finanziario di Marco Canali, un investitore che ha creduto nel progetto. D’altronde – spiega Uberto Cardellini, consulente della società torinese EasyReading Multimedia – le applicazioni di questo nuovo carattere vanno ben oltre la stampa di libri. Basti pensare che il font è già utilizzato sul sito del Miur, dalla Fondazione Pomodoro e dalla Fondazione Einaudi, dall’Università di Torino e dalla Triennale di Milano, da Slow Food e su alcuni cartelli stradali a Genova.
Solo un primo passo. Cardellini aggiunge che l’obiettivo è di raggiungere un fattuato di 500mila euro entro due anni, ma puntando a crescere di 10 volte nell’arco di breve tempo. Perché si è già passati dalla carta stampata ai cristalli liquidi degli schermi per auto, dei navigatori, dei cellulari. Con la possibilità di utilizzare EasyReading persino sugli scermi dei carri armati, in modo da offrire opportunità di impiego a persone che, senza la possibilità di una lettura veloce, sarebbero state escluse da alcune attività.
Sono in corso contatti con grandi aziende statunitensi di software, ma si guarda anche ad accordi con case automobilistiche e con colossi stranieri dell’editoria. E in attesa di conquistare la Russia, si guarda con interesse all’America Latina. Senza dimenticare che anche Paesi come l’India o l’Indonesia utilizzano anche i caratteri latini a fianco della scrittura locale. E lo stesso vale, sempre di più, per la Cina o per i Paesi arabi.
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