Campagna antifrodi della Doc Sicilia

Vino spacciato per siciliano ma prodotto chissà dove o comunque non in regola con i criteri dettati dalla denominazione d’origine controllata . E poi: irregolarità sui siti di e-commerce italiani ed esteri, soprattutto sulla non corrispondenza tra il messaggio pubblicitario del vino in bacheca nel sito e l’etichetta del vino oggetto di vendita. Sono solo un paio delle almeno trenta irregolarità riscontrate dagli agenti vigilatori “sguinzagliati” dal consorzio di tutela Vini doc della Sicilia.
Sono più di trecento le etichette controllate in un anno a tutela della qualità dei vini a marchio Doc Sicilia e contro la pirateria agroalimentare : sono stati scandagliati supermercati, enoteche, ristoranti, siti di e-commerce. Altre verifiche in 80 punti vendita (in diverse regioni italiane, Germania, Svizzera e siti di e-commerce) hanno interessato anche etichette di vini di altre denominazione d’origine che utilizzano il termine Sicilia . Tutti i casi scoperti sono stati segnalati agli uffici della repressione frodi cui spetta, una volta valutato il mancato rispetto delle rigide norme della Doc Sicilia, applicare eventuali sanzioni.
«Nel laboratorio di Catania dell’Icqrf – spiega Ornella Rizzo, enologa, dal 2015 lavora come agente vigilatore per conto del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia – verranno effettuate le analisi chimiche per verificare se il vino in bottiglia corrisponde alle caratteristiche certificate dall’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio, l’Organismo di Controllo che in Sicilia attesta la qualità e la provenienza delle uve e del vino. Una parte importante del nostro lavoro è anche quello dedicato ai controlli sulle bottiglie vendute su internet. Verifichiamo se nei siti di e-commerce ci sono vini etichettati come Doc Sicilia, o che hanno etichette che utilizzano impropriamente il nome Sicilia, e che quindi non si attengono alle norme previste dal disciplinare della Doc Sicilia. Nei casi di sospetta violazione delle norme inoltro un verbale al ministero delle Politiche agricole che prenderà gli opportuni provvedimenti a tutela dei nostri prodotti».
«Il progetto di vigilanza – spiega Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia -, si basa su un piano di lavoro che concordiamo annualmente con gli uffici della repressione frodi del ministero delle Politiche agricole. Nel 2016 sono stati effettuati controlli privilegiando la Sicilia, il Sud e il Nord Italia, la Germania e i siti di e-commerce. Nel 2017 il Consorzio ha già approvato un piano di vigilanza che punterà ancora più sull’estero e sui siti di e-commerce».
L’attività di controllo in Italia e all’estero è stata effettuata dagli agenti vigilatori del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, iscritti all’Albo nazionale degli agenti vigilatori e autorizzati come pubblici ufficiali dal ministero delle Politiche agricole. «Oltre alla promozione e alla tutela dei vini a marchio Doc Sicilia – dice Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia – il nostro compito è garantire ai consumatori vini di qualità, prodotti rispettando le regole del nostro disciplinare. La Doc Sicilia cresce anno dopo anno, e con essa anche la tentazione di utilizzare in maniera impropria la denominazione di una regione sulla quale il Consorzio di Tutela sta puntando per far crescere l’intero settore vitivinicolo siciliano».
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