Arriva scommette sull’Italia
Il gruppo Arriva, uno dei più grandi operatori di servizi di trasporto per passeggeri in Europa con 60mila dipendenti in 14 Paesi, è pronto a investire 150 milioni di euro in Italia in acquisto di mezzi (bus, treni, tram) per sfruttare tutte le opportunità – sia nel trasporto su gomma sia nel trasporto ferroviario – che si apriranno con la progressiva liberalizzazione dei servizi. E la cifra potrebbe salire ancora. Lo annuncia al Sole 24 Ore il Ceo del gruppo, Manfred Rudhart. Arriva, società di matrice inglese, è controllata al 100% dal gruppo Deutsche Bahn, le ferrovie tedesche.
Di recente il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ha assicurato che nel prossimo futuro, in Italia, tutti i servizi di trasporto pubblico locale saranno affidati tramite gare. E Arriva raccoglie la sfida. Di particolare interesse per Arriva , che in Italia opera attraverso una serie di società controllate o partecipate nei servizi autobus (urbani ed extra-urbani), è il comparto ferroviario.
Aziende controllate o partecipate da Arriva Italia, che operano a livello urbano o extraurbano. (1) compreso la rete extra urbana (2) compreso i collegamenti con Svizzera, Francia, Lussemburgo, Belgio e Croazia (3) compreso i collegamenti marittimi (4) compreso aeroporti di Torino, Milano Malpensa e Orio al serio (5) compreso Sanremo e Ventimiglia

«L’Italia – spiega Rudhart – rappresenta per volume e numeri il secondo mercato di trasporto pubblico in Europa. Arriva gestisce il 5% del mercato del trasporto su gomma, tramite 10 società alcune delle quali in joint venture con partner locali, e punta a crescere sia nei servizi autobus che nel comparto ferroviario. Nei servizi ferroviari, in particolare, guardiamo con interesse a Piemonte e Valle d’Aosta, dove la liberalizzazione del mercato dovrebbe scattare a breve, ma a priori non escludiamo nessuna regione».
«L’importante – sottolinea il top manager tedesco – è che si tratti di liberalizzazioni vere e non mascherate. Ovunque in Europa l’apertura del mercato alla concorrenza ha prodotto risultati positivi per i passeggeri, sotto forma di miglioramento della qualità del servizio, e risparmi di costi per lo Stato, sotto forma di minori contributi pubblici alle società di trasporto. Lo dimostrano le esperienze di particolare successo registrate nei mercati liberalizzati di bus e rail in Olanda e Danimarca. Per questo siamo delusi – ammette Rudhart – di quanto è accaduto finora in Italia nel campo delle liberalizzazioni ferroviarie. Ci aspettiamo di più, ma soprattutto ci aspettiamo regole chiare, trasparenti e uguali per tutti. Noi chiediamo di poter giocare la nostra partita ad armi pari, poi vinca il migliore. In Germania, per esempio, nel settore ferroviario regionale il 35% del mercato è in mano a soggetti diversi da DB, tra i quali il gruppo Trenitalia con oltre 570 milioni di euro di fatturato nel 2015». Questo messaggio è indirizzato anche ai Comuni italiani, grandi e piccoli, qualora volessero mettere a gara i rispettivi servizi di trasporto urbano. «Arriva – dice il Ceo – guarda anche ai servizi urbani, dove normalmente agisce l’operatore municipale tramite affidamenti “in-house”. Tutte le città italiane ci interessano perché vogliamo fare vedere cosa sappiamo fare, anche in termini di mobilità integrata». Al momento i due Comuni che avrebbero espresso l’intenzione di mettere a gara i servizi di trasporto urbano sono Milano e Verona. Ma il quadro è in evoluzione.
In sintesi: la strategia messa in campo da Arriva per l’Italia è duplice. L’obiettivo è di proporsi sia come operatore multimodale capace di gestire servizi integrati (autobus più trasporto su ferro) giocando un ruolo da protagonista nel percorso di liberalizzazione in atto sia come operatore di trasporto nelle singole gare (autobus urbani, autobus extra-urbani, servizi ferroviari regionali) che saranno lanciate da Comuni e Regioni nei prossimi anni. Il tutto sostenuto da robusti investimenti.
© Riproduzione riservata