Allo studio un piano di finanziamento per il Musaba di Mammola
Il Parco Museo di Santa Barbara a Mammola, in provincia di Reggio Calabria, è un complesso monumentale che integra archeologia e modernità. Paesaggio e arte contemporanea. Sette ettari ai piedi dell’Aspromonte che sono il regno di Nik Spatari, 87 anni, originario del luogo, ma protagonista in Europa di tutte le avanguardie del ’900. Allievo a Parigi di Le Corbusier, amico di Sartre, Picasso e Jean Cocteau. Gallerista a Brera con la sua musa ispiratrice Hiske Maas, artista olandese che è sempre al suo fianco.
Per mezzo secolo il sito, riconosciuto nel mondo come un importante presidio dell’arte, ha lasciato indifferenti le istituzioni e il territorio circostante. Ma il pellegrinaggio di artisti e visitatori che ogni anno varcano la soglia del Musaba ha richiamato l’attenzione del Mibact e della Regione che hanno deciso di sostenere il progetto in progress di Nik Spatari. L’affluenza di 25mila visitatori dal Nord Europa, dal Giappone, dagli Stati Uniti, ha posizionato lo scorso anno il parco museo della Locride al secondo posto fra i musei della Calabria, dopo quello archeologico di Reggio Calabria che conserva i Bronzi di Riace.
Il segretario regionale del Ministero dei beni culturali Salvatore Patamia è il soggetto attuatore dell’iniziativa: il primo passo è quello di individuare un percorso che consenta tecnicamente di finanziare il Museo, gestito dalla fondazione Spatari Maas. «Fra le ipotesi più praticabili, quella di recuperare un vecchio finanziamento», spiega Salvatore Bullotta, della segreteria del vicepresidente regionale Antonio Viscomi. Poi si implementeranno i fondi: «Partiremo con una trance di circa 300mila euro. Il Musaba, in quanto contenitore innovativo di arte, cultura e storia – spiega Patamia – ha le carte in regola per entrare nel Sistema museale regionale».
Nik Spatari è tornato in Calabria negli anni 70. Insieme a Hiske e a molti volontari (per lo più studenti di istituti d’arte e di diverse facoltà di architettura) ha dato vita a un’ eccezionale operazione di recupero della rupe di Santa Barbara, riportando alla luce vestigia protostoriche, simbologie ittite, ruderi di un tempietto pagano e di un fortino musulmano ritrovati a ridosso della chiesa di Santa Barbara. Qui, tra l’abside e la volta, un enorme bassorilievo sospeso nel vuoto, rappresenta “Il sogno di Giacobbe” con effetti 3D.
È la sua Cappella Sistina che ha incantato grandi critici dell’arte. Lungo la foresteria si inseguono i mosaici monumentali: mille metri quadrati di tessere colorate che raccontano il Vecchio e il Nuovo Testamento. Nelle sale espositive le tele, nei giardini mediterranei imponenti sculture. Su tutte spicca l’Ombra della sera, alta 15 metri, rivisitazione in ferro di una statuetta votiva etrusca alla quale diede il nome Gabriele D’Annunzio. Sulla sommità della collina, la Rosa dei Venti, struttura annessa al Museo (un piano è adibito ad abitazione), sovrastata da geometrie multicolore che compongono triangoli egizi ed esagoni dell’Oriente antico.
«Il Musaba rappresenta un’esperienza unica al mondo – conclude Patamia – da questo luogo, già pieno di bellezza e suggestioni, fucina dell’arte contemporanea, la Calabria e la Locride possono ripartire, puntando sulla valorizzazione del proprio patrimonio artistico. Basta fare una scelta di campo».
© Riproduzione riservata